Report da Cagliari 2023

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E’ veramente interessante l’esperienza che da alcuni anni la sezione regionale sarda della SIMFER sta portando avanti con vivo interesse da parte degli iscritti. Ogni anno, infatti, con la sapiente regia del segretario regionale Mauro Piria, e con la collaborazione collegiale degli iscritti, vengono organizzati 5 incontri monotematici (che si alternano in quanto a contenuti annualmente) riguardanti aspetti teorico-pratici di argomenti di fisiatria, sviluppati da esperti del settore e completati da interventi di alcuni colleghi locali. Peraltro ogni incontro dura quasi un’intera giornata e consente agli iscritti partecipanti di ottenere 10 crediti ECM.
           
Così che al termine dei 5 incontri annuali il singolo fisiatra ottiene (partecipando ad ognuno degli eventi che si realizzano con cadenza mensile, nel periodo primaverile) l’intero ammontare dei crediti annuali, unendo i due utili: l’aggiornamento continuo e specifico sul territorio e l’osservanza automatica degli obblighi legati all’ECM. Un esempio che, probabilmente, dovrebbe essere seguito anche dalle altre regioni e dalle altre specialità di area medica e chirurgica.
Il quarto incontro di quest’anno si svolto a Cagliari, il 22 Aprile, ed è stato dedicato interamente al Linfedema ed al Lipedema.
Tra i relatori, oltre allo scrivente, Jeanpaul Belgrado, Andrea Marini (che ha ospitato ed organizzato operativamente la giornata) ed alcuni colleghi fisiatri e specializzandi.
                             
 
La seduta del mattino si è aperta con un saluto di benvenuto ed una introduzione sull’argomento della giornata da parte del dr. Marini che ha ceduto, successivamente, la parola a Belgrado. Quest’ultimo ha riportato alcuni dati epidemiologici relativi ai linfedemi primari e secondari ed alcuni principi di fisiopatologia con continui riferimenti alla clinica ed alla terapia.
                            
E’ seguito quindi l’intervento dello scrivente che ha ricordato gli aspetti più salienti della classificazione dei linfedemi in base alla loro etiologia (primari, secondari, sindromici e sintomatici), e della stadiazione, sottolineando, in questo ambito, il ruolo dello stadio zero (previsto dal Documento di consenso dell’International Society of Lymphology) riservato alle forme primarie o secondarie sub-cliniche in cui il rischio evolutivo è importante e per cui è fondamentale una prevenzione primaria.                      
                          
E’ quindi seguita la seconda relazione del sottoscritto che ha evidenziato gli aspetti clinici ed assistenziali del Lipedema, una patologia attualmente al centro di notevole interesse da parte di vari gruppi di ricerca ed ancora poco ‘riconosciuta’ dagli addetti ai lavori o confusa con il Linfedema. L’intervento ha voluto sottolineare proprio gli aspetti salienti della diagnosi differenziale tra le due patologie, non tralasciando riferimenti importanti all’approccio clinico e terapeutico, conservativo e/o chirurgico.
 
Ha quindi ripreso la parola Belgrado illustrando con immagini suggestive alcuni vantaggi apportati dall’utilizzo della video-fluoroscopia che, tuttavia, non sostituisce il ruolo fondamentale dell’esame linfoscintigrafico, soprattutto nelle forme primarie di Linfedema. In alcuni casi le immagini stesse possono meglio ‘guidare’ la manualità dell’operatore consentendo di migliorare gli effetti terapeutici delle manovre decongestionanti manuali e/o meccaniche.
            
Belgrado ha quindi proseguito con i cardini del trattamento dai quali non può prescindere un buon bendaggio elastocompressivo, seguito dall’esercizio fisico (concetto che verrà ripreso nella seduta pomeridiana un po’ da tutti i relatori). Ed a proposito di bendaggio un ruolo particolare va riservato ai materiali da sottobendaggio, fondamentali per realizzare un effetto cosiddetto ‘a molla’ da parte di sostanze in gomma piuma molto resistenti che, avvolte attorno all’arto, con successivo strato di materiale anelastico o a corta elasticità sovrapposto, esplicano una ulteriore azione compressiva quasi ‘a molla’ sui tessuti sottostanti, facilitando il drenaggio della componente fluida interstiziale.
Le presentazioni sono state eseguite con vivo interesse dai presenti in sala e Marini e gli altri moderatori hanno dato vita a più di una discussione interattiva, vivace e costruttiva.
                             
E’ quindi toccato nuovamente allo scrivente riportare i principi ispiratori delle linee guida sull’argomento. Dopo aver ricordato che a causa dei pochi Trials clinici esistenti oggi ci si basa essenzialmente sui Documenti di Consenso (primo fra tutti quello della Società Internazionale di Linfologia), si è sottolineato che proprio a quest’ultimo si non ispirate le linee di indirizzo ministeriali sui Linfedemi e patologie correlate che hanno consentito l’apertura di reparti specificamente dedicati ai casi più complessi della patologia. Molte novità sono intervenute negli ultimi anni dal punto di vista assistenziale e previdenziale per questi malati. Il Linfedema primario è stato inserito nel 2017 tra le malattie rare, con tutte le tutele che derivano. Gli indumenti elastici vengono identificati, finalmente, con un loro codice specifico nel nuovo Nomenclatore tariffario. Lo stesso INPS ha redatto, nel 2018, un Documento interamente dedicato ai Linfedemi sottolineandone la natura disabilitante e la necessità delle cure adeguate dei malati per un concreto controllo ed una riduzione dei costi, sia in termini assistenziali che previdenziali. 
                                        
La Terza Sessione (pomeridiana) è stata interamente dedicata al Linfedema in oncologia. Si è aperta con due interventi di Andrea Marini e di Alberto Baio che hanno sottolineato l’importanza del mantenimento dei risultati ottenuti con il trattamento intensivo, mediante gli indumenti elastici definitivi. Per la realizzazione di questi ultimi è necessaria, ai fini dei migliori risultati clinici e del maggio comfort del paziente (che si traduce anche in miglior compliance con l’utilizzo dell’indumento stesso), una ottimale ‘presa-misure’ da parte del tecnico ortopedico che sarà poi l’interfaccia definitivo tra il paziente e gli operatori sanitari da un lato e l’Azienda fornitrice dei presidi dall’altro.
       
Hanno chiuso la giornata gli interventi di Roberto Zuncheddu (specializzando in fisiatria), Roberta Nardelli ed Elisabetta Pirlo (collaboratrici di Andrea Marini) che hanno descritto interessanti esperienze vissute nei Reparti ospedalieri dedicati.
         
Una giornata molto coinvolgente, ben ideata e molto partecipata dai circa 100 tra fisiatri (la maggior parte) e fisioterapisti che hanno mostrato vivo interesse per un argomento che, finalmente, comincia ad avere la sua adeguata considerazione, e non soltanto in ambito riabilitativo. Appuntamento per un prossimo futuro per proseguire con gli scambi di esperienze che rendono molto attraente e vivace l’attività della sezione sarda della SIMFER.
                                                      
Dr. Sandro Michelini
 
Cagliari 22 Aprile 2023