Page 9 - III-Congresso Nazionale ITALF
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LA LINFOSCINTIGRAFIA, IL GOLD-STANDARD DELLA DIAGNOSTICA LINFATICA
S. MORANO (REGGIO CALABRIA)
La linfoscintigrafia è considerata la principale, indispensabile, indagine a supporto della diagnosi clinica del linfedema, quadro clinico caratterizzato da rallentamento o da blocco del drenaggio linfatico lungo il distretto dell’arto interessato. Il linfedema è una condizione patologica in genere acquisita (linfedema secondario) o conseguenza di displasia congenita (linfedema primario). La diagnosi del linfedema, anche in fase precoce, richiede attenta valutazione clinica e disponibilità di metodiche di imaging. La Linfoscintigrafia, consentendo la visualizzazione dei vasi linfatici periferici con drenaggio fino alle stazioni linfonodali centrali, ed essendo una metodica semplice e minimamente invasiva, con ridotto impatto dosimetrico, e poco costosa, ha assunto negli anni un ruolo preminente. Viene eseguita mediante la somministrazione per via sottocutanea od intradermica di particelle colloidali, frammenti di albumina umana sierica di circa 80 nm, marcate con 99mTecnezio. Le immagini registrate, con gammacamera grande campo, collimatore LEHR, finestra su 140 KeV (+/- 10%), in modalità dinamica, statica e whole body forniscono informazioni di tipo funzionale e morfologico del sistema linfatico degli arti. L’esame nasce infatti come studio qualitativo del drenaggio linfatico distrettuale ma nel corso degli anni si arricchisce di valutazioni semiquantitative (misura della captazione linfonodale al tempo t, transport index, clearance locale del colloide), che aumentano la sensibilità dell’indagine. Attualmente non vi è, tuttavia, una standardizzazione della metodica, per cui i risultati sono diversi in letteratura e non facilmente comparabili. Il protocollo in genere applicato è quello di Bourgeois, in particolare per gli arti inferiori, e prevede, dopo la somministrazione del radiocolloide, tre fasi: -> Fase 1 la valutazione della funzionalità del sistema linfatico degli arti a riposo, ->Fase 2 dopo moderato esercizio o massaggio, e ->Fase 3 dopo prolungato esercizio o camminata. I criteri di interpretazione del pattern scintigrafico si basano su: numero e decorso dei vasi linfatici, simmetria ed intensità di captazione e numero di regionali linfonodi visualizzati, tempo di comparsa dei linfonodi regionali, presenza di “dermal backflow” o flusso collaterale dermico, presenza di flusso collaterale profondo, per esempio la comparsa di linfonodi poplitei dopo iniezione sottocutanea di radiocolloide nel primo spazio interdigitale del piede, malformazioni e linfoceli connessi con il sistema linfatico, ostruzione o leak del dotto toracico, reflusso (incompetenza valvolare). In conclusione, la linfoscintigrafia èconsiderata indispensabile procedura medico- nucleare per la diagnosi ed il follow-up dei pazienti con linfedema.
Figura 1 Patologica funzionalità linfatica sinistra


































































































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