Page 6 - III-Congresso Nazionale ITALF
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DALLA GENETICA ALLA CLINICA
M. BERTELLI (TRENTO)
Il linfedema primario è caratterizzato da un alterato sviluppo morfologico dei vasi linfatici che causano accumulo
di fluido negli spazi interstiziali.
Nella maggior parte dei pazienti la diagnosi di linfedema può essere facilmente determinata dalla storia clinica e dall'esame fisico, mentre in altri pazienti il quadro clinico può essere complicato dalla presenza di condizioni concomitanti. Il linfedema primario, infatti, è caratterizzato da una grande eterogeneità genetica che si traduce in una eterogeneità fenotipica ancora più variegata (a causa dei fenomeni di penetranza incompleta ed espressività variabile mostrata dai geni, e dalla plausibile anche se ancora non dimostrata presenza di geni che agiscono da modificatori) che spesso si manifesta in un quadro sindromico.
I geni ad oggi noti sono in tutto 11 (CCBE1, FLT4, FOXC2, GATA2, GJC2, HGF, KIF11, SOX18, VEGFC, CELSR1 e FAT4), associati a linfedema primario a trasmissione sia dominante che recessiva; tramite strumenti di Next Generation- Sequencing (NGS), oggi siamo in grado di portare avanti una analisi simultanea con un unico test genetico.
Genetica e clinica sono dunque indispensabili per fornire una diagnosi definitiva; l’indicazione al test genetico, deve seguire infatti una serie di valutazioni che possono comprendere la linfoscintigrafia, l’ecocoloroppler e la linfangiografia a risonanza magnetica, ma occorre anche verificare la presenza di storia familiare, di caratteristiche sindromiche ed escludere le cause secondarie della malattia (ossia un linfedema innescato da un evento esterno come filariasi, traumi meccanici, radioterapia o tumori).
Il test genetico, potrà poi confermare il sospetto clinico e fornire ulteriori informazioni sui rischi di insorgenza di fenotipi associati (per le forme sindromiche), sulla trasmissibilità alla prole ed evidenziare i soggetti a rischio all’interno di una famiglia. Una diagnosi accurata del linfedema è essenziale per intervenire rapidamente con una terapia appropriata, un adeguato follow-up e possibilmente consentendo anche interventi pre-sintomatici.


































































































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